La prima giornata alla scoperta del grano solina e della Valle del Medio Aterno è passata velocemente fra campi di frumento, mulini e luoghi incantevoli. La farina ce l’abbiamo e quindi è giunta l’ora di preparare il pane e altre prelibatezze a base di prodotti locali.

La spesa fatta al mercato di Sulmona
Giorno 2: di mercato e di cucina
Il sole è sorto su Fontecchio fra canti di uccellini e una piacevole brezza mattutina e noi siamo pronti per partire alla volta di Pratola Peligna. Destinazione: il mercato in piazza. È qui, in questa splendida cittadina medievale, che troveremo i piccoli produttori locali e le materie prime migliori a km 0 per preparare alcuni piatti della tradizione abruzzese. I banchi delle verdure sono un tripudio di colori e il vociare tutto intorno mette subito allegria. Dopo un’oretta passata a scegliere gli ingredienti migliori, torniamo alla base dove la signora Angela ci insegnerà a preparare delle autentiche prelibatezze.

Fra le bancarelle del mercato a Pratola Peligna
E così il pomeriggio passa tra i fornelli: sagne di solina e patate con l’aggiunta di un po’ di pancetta, zuppa di lenticchie locali e salsiccia, gnocchi di patate e farina di solina al sugo e quella che la signora Angela chiama la ratatouille o l’ingorda: verdure fresche di stagione cotte in padella e ripassate con un uovo.

La signora Angela prepara le sagne

La nostra cena
Finalmente arriva il momento tanto atteso: mettere le mani in pasta! Era la prima volta che facevo il pane ed è stata un’emozione unica. Certo, la farina di solina è una farina poco tenace, un po’ difficile da gestire, ma dà grandi soddisfazioni. Gli ingredienti sono pochi e semplici: lievito madre, farina, acqua, un pizzico di sale e olio di gomito. Gabriele ci guida passo passo in questa nuova esperienza e ci insegna qualche trucchetto del mestiere. L’impasto è pronto e ora deve riposare tutta la notte. E anche noi!

Con le mie amiche food blogger mentre facciamo il pane
Giorno 3: Stiffe, pane e pizza
Il mattino dopo ci ritroviamo a Stiffe (frazione del comune di San Demetrio ne’ Vestini), in quello che un tempo era un antico mulino, per controllare che tutto sia andato secondo i piani. La lievitazione è perfetta! Una rinfrescata all’impasto e qualche ora per la seconda lievitazione!

L’impasto per il pane dopo una notte passata a riposare
Ne approfittiamo per un altro giro nei campi, questa volta alla scoperta del senatore cappelli, una varietà di grano duro ottenuta dal genetista Nazareno Strampelli. Agli inizi del ‘900 il marchese e senatore abruzzese Raffaele Cappelli (che era proprio di San Demetrio ne’ Vestini) decise di adibire alla coltivazione sperimentale di grano uno dei suoi terreni in Puglia e chiamò appunto Strampelli. Lo sostenne nella sua attività mettendogli a disposizione laboratori e altre risorse e Strampelli ripagò Cappelli dando a questa nuova varietà di grano il suo nome. Le spighe sono alte (circa 150-160 cm) e danno un frumento rustico piuttosto adattabile che all’epoca aumentò la resa media da 9 q/ha del 1920 ottenuti con le vecchie varietà locali ai 12q/ha del 1930 ottenuti con il cappelli (una resa comunque bassa rispetto ai grani moderni). La semola è di una qualità eccellente e il pane fatto con questa farina ha un sapore inconfondibile e un profumo che per me sa d’infanzia, di quando mia nonna faceva il pane nel suo forno a legna esclusivamente con questa farina. Il senatore cappelli, grazie alle sue caratteristiche, si diffuse in tutta la penisola e anche in Abruzzo, dove per lungo tempo fu il grano più coltivato. Come per il grano solina, anche il cappelli venne accantonato per qualche decennio in nome della produttività e oggi vive una fase di riscoperta.

Campo di grano senatore cappelli a San Demetrio ne’ Vestini
Il tempo corre veloce e noi torniamo a Stiffe per prenderci cura del nostro impasto. Gli diamo la forma della pagnotta e lo lasciamo riposare ancora un po’, giusto il tempo di deliziarci con delle pizze fatte sempre con il lievito madre e la farina di solina; a completare il tutto pochi ingredienti semplici e saporiti. Non c’è la mozzarella? E che problema c’è; usiamo il pecorino!

Pizza!!!
E dopo esserci rifocillati, inforniamo le nostre pagnotte nel forno a legna. L’aria della stanza inizia a riempirsi di buono e l’attesa sembra non finire mai. Dopo mezz’ora, finalmente, il pane è cotto! Il colore tendenzialmente scuro, il profumo fragrante, il sapore piacevolmente amarognolo… E io sono orgogliosa e felice di aver visto compiersi sotto i miei occhi questa magia, di aver visto trasformarsi un chicco di grano in pane.

Fra poco assaggeremo le nostre pagnottelle
Ultima tappa di questi giorni trascorsi nella Valle del medio Aterno: le Grotte di Stiffe, un complesso di grotte carsiche e unica insorgenza attiva in Italia che vi lascerà a bocca aperte. Appena arrivati all’ingresso delle grotte sentirete subito il fragore dell’acqua e proseguendo nelle diverse stanze vi addentrerete piano piano in un sogno. Stalattiti, stalagmiti, rocce di diverso colore, cascate e cascatelle… Ogni passo una scoperta!

Le grotte di Stiffe
Ma è giunto ormai il momento di salutare tutti i miei nuovi amici e di tornare a casa, con un bagaglio pieno di emozioni, di saperi e sapori antichi che tornano prepotentemente attuali quando si riesce a coglierne il valore e la genuinità.

Il pane è pronto!!!
L’iniziativa, denominata “Di pani, di legumi, di grani antichi e di patate”, è organizzata nell’ambito del progetto “Paesaggi Lenti”, co-finanziato dai Comuni di Acciano, Fagnano Alto, Poggio Picenze, San Demetrio né Vestini, Tione degli Abruzzi, Villa Sant’Angelo, Fontecchio e dal Comune dell’Aquila, attraverso i fondi Re – start, con la collaborazione della Società Ilex e di Sherpa coop.