Ricetta del parrozzo d’Abruzzo

di Niva
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La ricetta del parrozzo di Pescara è una delle più classiche del Natale in Abruzzo. Una copertura croccante al cioccolato fondente, un soffice ripieno profumato di mandorla e la magia delle feste ha subito inizio.

Esistono tante ricette del parrozzo e non ci è dato sapere quella originale. Nel corso degli anni ne ho provate tante alla ricerca del parrozzo perfetto e vi propongo una delle mie preferite che, per una volta, non è la ricetta di mia nonna.

Il parrozzo, dolce di Natale di Pescara

Ricetta del parrozzo di Pescara: ingredienti

Per lo stampo da 18 cm:

  • 6 uova
  • 200 gr di zucchero
  • 150 gr di semolino
  • 150 gr di mandole dolci
  • 6 mandorle amare (se non riuscite a trovarle, potete usare ½ fialetta di aroma di mandorla)
  • Scorza grattugiata di un limone
  • 150 gr di cioccolato fondente
  • 2 cucchiai di latte

Procedimento

  1. Tritate le mandorle nel mixer con 50 grammi di zucchero.
  2. Separate i tuorli dagli albumi.
  3. In una ciotola montate gli albumi a neve ben ferma.
  4. In una seconda ciotola unite i tuorli al restante zucchero e lavorateli con le fruste elettriche fin quando il composto sarà sodo e spumoso.
  5. Aggiungete ai tuorli le mandorle dolci e amare tritate e mescolate per bene.
  6. Aggiungete la scorza del limone grattugiata e continuate a mescolare.
  7. Aggiungete il semolino poco alla volta e mescolate.
  8. Aggiungete gli albumi montati a neve e mescolate delicatamente dal basso verso l’alto.
  9. Versate il composto nell’apposito stampo precedentemente imburrato e infarinato.
  10. Cuocete in forno statico preriscaldato per 80 minuti a 160°; fate la prova dello stecchino e se il parrozzo è ancora umido all’interno continuate la cottura per altri 10 minuti.
  11. Spegnete il forno e lasciatelo raffreddare.
  12. Quando il forno sarà freddo, prendete il parrozzo, toglietelo dallo stampo e lasciatelo raffreddare per 8 ore.
  13. Sciogliete a bagnomaria il cioccolato con il latte e ricoprite il parrozzo con il cioccolato; quando si sarà solidificato, il parrozzo è pronto da mangiare.
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Il parrozzo di Pescara, dolce abruzzese di Natale

Aneddoti sul parrozzo abruzzese

E mentre il parrozzo cuoce in forno, chiudo gli occhi e immagino la Pescara degli anni ’20, una piccola pasticceria nel cuore del centro storico e D’Annunzio vestito di tutto punto seduto ad un tavolino, di quelli antichi in ferro battuto, che si appresta ad assaggiare un dolce appena inventato. Ispirato da questa bontà, tira fuori dalla tasca del suo panciotto matita e taccuino e inizia a scrivere… Ma lasciate che vi racconti tutto dall’inizio.

Ormai quasi un secolo fa, a Pescara, nel suo piccolo laboratorio di pasticceria Luigi D’Amico decise di riprodurre a modo suo il caratteristico pane rozzo, un pane a base di farina di granturco, mandorle di montagna e latte dalla forma semisferica e cotto nel forno a legna che i contadini abruzzesi preparavano sin da tempi lontanissimi. Così, nel 1919, il pasticcere D’Amico trasformò il pane rozzo in un dolce, cambiandone i sapori ma non i colori e la forma: il giallo delle uova sostituì quello della farina di granturco e il cioccolato fondente prese il posto della scura crosta abbrustolita del pane cotto nel forno a legna. Fu Gabriele D’Annunzio che suggerì al suo amico pasticcere di chiamare questo nuovo strepitoso dolce Parrozzo e, dopo il primo assaggio, gli dedicò persino un sonetto in dialetto:

E’ tante bbone ‘stu parrozze nóve
Che pare na pazzíe de San Ciatté
Chìavesse messe a ‘su gran forne tè
La terre lòavurate da lu bbove,
la terra grasse e luistre che se cóce,
chiù tonne de ‘na provole, a ‘su foche
gientile, e che duvente a poche a poche 
chiù doce de qualunquea cosa ddóce.
Benedette D’Amiche e San Ciutté!…
Gabbriele

E’ tanto buono questo parrozzo nuovo
che sembra una pazzia di San Cetteo
che abbia messo in questo tuo gran forno
la terra lavorata dal bue
la terra grassa e lucente che si cuoce
più tonda di una provola su questo fuoco
gentile, e che diventa a poco a poco
Più dolce di qualunque cosa dolce.
Siano benedetti D’Amico e San Cetteo!…
Gabriele

Nel 1926 il parrozzo divenne un marchio registrato e il suo inventore fondò un’azienda che ancora oggi lo prepara su scala industriale e lo si trova tutto l’anno nei negozi e persino al supermercato. Proprio per questo motivo credo che non sapremo mai la vera ricetta originale del parrozzo, ma volete mettere la soddisfazione di preparalo con le proprie mani e il profumo inebriante delle mandorle e del cioccolato che riempie la casa?

Con cosa abbinare questo dolce

Il parrozzo può essere abbinato con un liqupre all’arancia come l’abruzzese Aurum se lo consumate a fine pasto. Se preferite mangiarlo a merenda vi consiglio di affiancarlo ad una tazza di tè agli agrumi o ad un bicchiere di cioccolato caldo.

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