Senza i calgionetti abruzzesi per me non è Natale. Piccoli ravioli fritti e friabili, dalla superficie dorata ricoperta di zucchero a velo e un ripieno morbido e gustoso, sono dei piccoli capolavori di pasticceria tradizionale. In Abruzzo hanno diversi nomi a seconda della zona e addirittura del paese in cui si va: calgionetti, calcionetti, caggionetti, caciun, cauciunill… Da queste parti non riusciamo capito spesso che non riusciamo a trovare un accordo sui nomi, ma siamo tutti d’accordo sulla bontà di questi dolcetti da mangiare in un solo boccone.
I calgionetti sono un prodotto agroalimentare tipico abruzzese originario del teramano, ma nel corso del tempo si sono diffusi in tutta la regione e ogni zona li ha personalizzati con un ripieno diverso: ceci, castagne, crema pasticcera, miele e mandorle e marmellata d’uva. E come se non bastasse, praticamente ogni famiglia ha la sua ricetta. Ma si sa, più le ricette sono antiche e tipiche, più versioni ci sono. E poi ci sono i calgionetti con la Nutella.
Vediamo insieme come fare i classici calgionetti con la confettura d’uva e quelli più moderni con la Nutella.

La ricetta dei calgionetti abruzzesi con la confettura d’uva
Ingredienti per la sfoglia dei calgionetti
- 1 bicchiere di vino bianco
- 1 bicchiere di acqua
- 1 bicchiere di olio extra vergine di oliva
- Farina q.b.
Ingredienti per il ripieno dei calgionetti
- 200 gr di marmellata d’uva nera (mezzo barattolo)
- 50 gr di mandorle dolci sgusciate e tritate
- 50 gr di cacao amaro in polvere
- Mosto cotto q.b.
Procedimento
- Versate in una ciotola la farina e l’olio e mescolate; aggiungete il vino, l’acqua, altra farina e lavorate fino ad ottenere un impasto sodo.
- Una volta pronto, trasferiste l’impasto sulla spianatoia e lavoratelo a lungo senza aggiungere ulteriore farina.
- Fate riposare l’impasto per 30 minuti e intanto preparate il ripieno.
- In una ciotola mescolate la confettura d’uva con il cacao, le mandorle tritate e il mosto cotto; non aggiungete troppo mosto cotto altrimenti il composto potrebbe diventare liquido.
- Stendete l’impasto in una sfoglia sottile; se usate la macchinetta per stendera la pasta, tiratela progressivamente man mano partendo dallo spessore più grande fino ad arrivare alla penultima tacca.
- Con un cucchiaino mettete il ripieno sulla sfoglia sfoglia, ripiegate la pasta come per fare dei ravioletti, tagliateli e sigillateli con l’apposita rotella.
- Friggete i calgionetti in olio non troppo bollente: la superficie dei calgionetti deve presentare delle piccole bolle, ma non deve essere colorita; scolateli con una schiumarola e posateli su della carta assorbente.
- Fateli raffreddare e spolverizzateli con zucchero a velo o zucchero semolato.
La ricetta dei calgionetti abruzzesi con la Nutella
I calgionetti abruzzesi con la Nutella sono gli ultimi arrivati, ma mettono d’accordo tutti. Non so quando siano stati inventati, né chi li abbia fatti per primo, ma li ricordo da sempre e mi piace pensare che li abbia inventati una qualche nonna abruzzese per far contenta un suo nipotino a cui, nonostante la vasta scelta, non piaceva nemmeno uno di tutti quei ripieni.
Per realizzare i calgionetti con questo ripieno più moderno, il procedimento da seguire per l’impasto è lo stesso, vi basterà sostituire il ripieno di confettura con un cucchiaino di Nutella, passare alla cottura e concludere con una bella spolverata di zucchero a velo.

Aneddoti sui calgionetti abruzzesi
L’unica ricetta che mi ha lasciato mia è quella dei calgionetti con la marmellata d’uva. Non si tratta di una confettura d’uva qualsiasi, perché in Abruzzo esiste una sola confettura d’uva: la scrucchiata. È una confettura extra di uva ottenuta senza l’aggiunta di zucchero con uve rosse di vitigni autoctoni (cioè di Montepulciano d’Abruzzo). L’uva per fare la confettura viene vendemmiata soltanto quando ha superato la maturazione ottimale e solo allora gli acini vengono diraspati uno ad uno e schiacciati a mano per togliere i vinaccioli, stringendoli fra l’indice e il pollice. Proprio da questo gesto, detto scrocchiatura per il rumore che fa l’acino quando viene schiacciato, prende il nome dialettale questa tipica confettura abruzzese.
Subito dopo l’Immacolata la cucina di mia nonna si riempiva dell’odore dei calgionetti ed io capivo che finalmente le feste erano arrivate. Mio nonno amava quelli con le castagne, mio padre quelli con i ceci, io quelli con la marmellata d’uva e quindi mia nonna era costretta a farli tutti. Una volta che tutti i calgionetti erano pronti, li metteva in delle ceste coperta da uno strofinaccio di lino e li riponeva nella madia dove si conservavano freschi e friabili fino a Natale. Non so quanto tempo impiegasse per prepararne così tanti, ma da quando ho iniziato a farli da sola posso assicurarvi che la preparazione, benché semplice, è un po’ lunga.
Con cosa sposare questo dolce di Natale
I calgionetti abruzzesi vengono mangiati di solito al termine del cenone della Vigilia o del pranzo di Natale. Sono perfetti quindi se abbinati ad un bicchiere di vino passito, di uno spumante non troppo dolce o al liquore di genziana. Sono ottimi anche per accompagnare una tazza di tè fumante nelle merende del periodo natalizio.
Questo articolo fa parte di "Bloginrete" de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.